Il nostro corpo esiste da che noi esistiamo, è stato con noi da sempre, c’era quando ci siamo sbucciati le ginocchia la prima volta, quando litigavamo furiosamente, quando facevamo pace, nella routine quotidiana, quando abbiamo mangiato a ruota libera, quando la bilancia segnava i chili di troppo, quando ci siamo innamorati, quando abbiamo vissuto la separazione, mentre insultavamo qualcuno che ci ha tagliato la strada.

Di noi sa cose che non sappiamo, conosce tutta la nostra storia, i nostri punti deboli, i nostri desideri. “Lo strumento con cui l’inconscio comunica con noi ed è esso stesso il contenuto della comunicazione”.

Il corpo insegna

Il nostro corpo può essere nostro maestro, è lui che ci può insegnare, in quanto sa, sente, e ci permette di capire se gliene diamo opportunità.

Ed è proprio questa che purtroppo spesso gli neghiamo, l’opportunità di dialogare con noi, considerandolo un mezzo o comunque non attribuendo la stessa importanza di ruolo che invece diamo alla nostra mente.

Succede continuamente di imporci e quindi di imporre ripetutamente al nostro corpo regole del tipo: da domani niente più dolci. Oppure: entro qualche mese devo perdere tot kg. In base a cosa abbiamo stabilito queste imposizioni? Ci siamo ascoltati? Abbiamo creato delle condizioni adatte a far fluire questi cambiamenti? Spesso preferiamo seguire tabelle alimentari o mode nutrizionali raccontante su Instagram stories piuttosto che sentire quale cibo ci fa bene in quel preciso momento della vita. Non tenendo conto se in questo stesso momento svolgiamo o meno attività fisica, senza valutare come sta funzionando la composizione della nostra flora batterica.

Diventa praticamente quasi impossibile scegliere sulla base di modelli prestabiliti cosa farà bene ad ognuno di noi.

Ogni sensazione corporea è una indicazione importante, non dimentichiamo, come detto all’inizio di questo articolo che il nostro corpo ci accompagna da sempre, dunque per forza di cose risulta strettamente coinvolto.

Anche in questo preciso momento, se gli dedichiamo un attimo e ci soffermiamo ad ascoltarlo. Per esempio se siamo seduti possiamo sentire il contatto delle gambe con la sedia, se la schiena è poggiata ad uno schienale ben eretta, o se siamo curvi. Siamo esattamente comodi così come siamo adesso, o possiamo ascoltarci e fare qualcosa per migliorare la nostra postura? Spesso ci dimentichiamo del nostro corpo, spesso lo diamo per scontato.

Esistere sentendo il nostro corpo ci costringe ad avere a che fare con quelle che sono le sue esigenze, che qualche volta potrebbero non far parte del mondo di cui facciamo parte, di tutte quelle etichette che ci identificano e che ci fanno sentire accettati, che ci fanno sentire normali.

Possiamo partire dal notare le sensazioni fisiche delle nostre emozioni, il calore, la tensione, il senso di vuoto, il passaggio dal caldo al freddo, ponendo particolare attenzione ai cambiamenti che registriamo nel nostro corpo.

Distrarsi da noi stessi

Ogni volta che scegliamo di rimanere sordi ai segnali del nostro corpo e di considerare utili ed importanti unicamente le informazioni che riceviamo dalla nostra mente, ci stiamo precludendo la possibilità di infiniti collegamenti plausibili. Molti miei pazienti rimangono colpiti ad esempio quando vengono da me in studio per dei dolori ad una spalla e per curarli tratto la zona del fegato.

Permetterci di andare oltre la paura del sintomo, cercando di rimanergli vicino, può farci acquisire una straordinaria quantità di informazioni. Ecco perché cercare di restare il più possibile in ascolto di noi e di quello che il nostro corpo ci racconta è un percorso impareggiabile.

Purtroppo invece tendiamo a dissociarci dal dolore, a cercare di sfuggire in tutti i modi, serve a difenderci, a non sentire qualcosa che potrebbe risultare insopportabile. Basta immaginare tutti i pensieri che facciamo quando siamo sdraiati sulla poltrona del dentista, per cercare di distrarci dalla paura di ciò che potrebbe succedere, o che sta succedendo.

Anche riconoscere i percorsi che intraprendiamo per distoglierci può diventare un’ottima strategia per trovare buone idee per riconnetterci. Ricostruire e mantenere solida la relazione tra corpo e mente è imprescindibile per ambire ad una guarigione da sintomi somatici, indipendentemente dalle terapie farmacologiche stabilite.

Eventi spiacevoli, veri e propri traumi e malattie fanno scaturire ansie e paure per quello che ci succede dentro e ci allontano dal sentire. Vivere nella paura si traduce in una casa che trema, nel nostro corpo costantemente in allerta. Vivere nella collera in un corpo pieno di rabbia.

L’auto consapevolezza di noi e del nostro corpo è un passo importante se non il primo verso il riscatto dalla sofferenza. “Il corpo ci racconta la storia della vulnerabilità e quando siamo abbastanza sostenuti e coraggiosi per ascoltarla essa diviene la nostra forza.”

Fonti: Le emozioni che curano – Erica Francesca Poli