Ne abbiamo avuto a che fare un po’ tutti, e più o meno sappiamo cosa è, anche se il termine “ansia” credo sia una parola spesso abusata, forse anche un po’ per questo a volte ambigua.
Oggi vi svelo quella parte di lei un po’ più profonda, per qualcuno sarà qualcosa di nuovo, per altri improvvise risonanze che possono trasformarsi in nuove consapevolezze.
L’ansia possiede una quantità infinita di informazioni su di noi, se invece di sfuggire, tentare di soffocarne la sintomatologia coi farmaci, ci fermassimo qualche volta ad ascoltare cosa è venuta a dirci, potremmo eccezionalmente venire in contatto con un mondo segreto di noi.
Va spesso a braccetto con la paura, al contrario dei sentimenti però è un segnale di attivazione che ci prepara ad una reazione davanti ad un pericolo, nella stragrande maggioranza dei casi questi pericoli sono i nostri sentimenti, il procedimento quindi diventa il seguente: la paura aziona il nostro corpo perché si protegga dal pericolo, e l’ansia entra immediatamente in gioco per proteggerci psicologicamente da ciò che stiamo provando o che potremmo provare.
Indice:
L’ansia ci protegge.
“Proteggere”, non ho sbagliato termine, può essere terrificante a volte nelle sue manifestazioni, ne abbiamo avuto paura una infinità di volte, e invece arriva per proteggerci.
Spesso l’abbiamo identificata in alcuni dei nostri pensieri, o in qualcuno, che “ci mette ansia”, nessuno lo fa, sono le emozioni che determinate persone suscitano in noi a crearla.
Se provassimo ad instaurare nuovi rapporti con i nostri sentimenti e i nostri pensieri ci renderemmo conto di quanto possa essere importante anche trasmetterli in maniera diversa, ogni volta che diciamo “sono ansioso”, ci stiamo identificando con l’ansia, è significante tenere a mente che siamo invece molto più delle nostre paure, o dei pensieri che ci passano per la testa.
Possiamo accettare questi pensieri accogliendoli amorevolmente, accettando che spesso sono fantasie impregnate di giudizi, ascoltando in che maniera si manifestano nel nostro corpo, facendo così in modo che non si trasformino in ulteriori strascichi, ma in momenti di osservazione di noi stessi e maturazione di nuove consapevolezze.
L’ansia risponde a un pericolo, che non è sempre reale, e non è sempre scatenata dalla paura, può essere un qualsiasi sentimento, la rabbia, persino l’amore.
Disturbo d’ansia.
Ma se arriva per proteggerci perché diventa un disturbo?
Dalla nascita sviluppiamo un attaccamento, una dipendenza da alcune relazioni, qualsiasi sentimento che possa minare le nostre relazioni primarie ci espone a tal punto da mettere a rischio la nostra sopravvivenza, generando ansia. I ricordi delle nostre paure a livello cerebrale restano, e spesso l’ansia arriva prima nel nostro corpo proprio per via della memoria di un pericolo, ecco perché spesso non riusciamo a capire in un determinato momento il motivo per cui stiamo provando ansia.
Cambiare strategia.
Ognuno ha il suo modo di scaricare a livello corporeo l’ansia, questo ha a che fare con le strategie che abbiamo imparato a mettere in atto fin da piccoli per fronteggiare tutte quelle emozioni che abbiamo evitato o che non sapevamo esattamente come gestire.
Panico, paura, ansia non sono forze incontrollabili, sono stati mentali naturali che possiamo accogliere e su cui possiamo lavorare, credere nelle nostre capacità di affrontare tutto ciò che può affiorare da questi momenti è sostanziale per accostarsi sempre di più ad uno stato di guarigione.
Fonti: Le emozioni che curano – Erica Francesca Poli / Vivere momento per momento – John Kabat- Zinn
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