Stefano Pasotti descrive cos’è l’osteopatia, le sue peculiarità, il suo approccio e perché questa disciplina risulta efficace in numerose problematiche

L’osteopatia è una pratica nota, quantomeno il suo nome: un italiano su tre dice di conoscerla e almeno 10 milioni di connazionali si è rivolto a un osteopata. Sette persone su dieci che vanno dall’osteopata lo fa per curare dolori muscolo scheletrici e il 90% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto. Sono alcuni dei dati emersi da “Gli italiani e l’osteopatia”, la prima indagine demoscopica sulla diffusione e la conoscenza dell’osteopatia in Italia, realizzata per il ROI (Registro Osteopati Italiano) dall’Istituto di ricerca Eumetra Monterosa.

Un approccio filosofico, ma concreto

Ma siamo così sicuri che sia conosciuta così bene l’osteopatia? «L’argomento è tanto dibattuto a livello generale quanto non così chiaro nelle sue applicazioni», spiega Stefano Pasotti, osteopata esperto e iscritto al ROI, ospite della trasmissione “ora locale” in onda su TelePavia. «Premesso che il tema è complesso e molto articolato, l’osteopatia può essere definita una “medicina manuale” e tra le sue peculiarità è il suo approccio volto alla salute complessiva e non limitatamente a togliere il sintomo. È un’affermazione per certi aspetti filosofica motivata dal fatto che il suo fondatore, il medico statunitense Andrew Taylor Still, alla fine dell’Ottocento, deluso dalla medicina tradizionale, andò a cercare un’alternativa. E la trovò nello studio sulla struttura corporea su cui sperimentò diverse tecniche specifiche». Per comprendere meglio quale sia l’approccio più giusto a pensare all’osteopatia, Stefano Pasotti porta come esempio il sonno: «tutti sappiamo quanto bene faccia un buon riposo alla salute, specie se si va a letto con il mal di testa. Questo processo di “guarigione” si verifica perché il sistema biologico umano ha in sé potenzialità intrinseche di risoluzione di problemi o di auto-guarigione. Su questo principio si fonda l’applicazione dell’osteopatia. L’osteopata crea le condizioni perché ciò che ha portato un determinato malessere possa essere allontanato o tolto». Un altro esempio è la contrattura muscolare, che porta poi ad altre conseguenze: l’osteopata, tramite diverse tecniche di manipolazione, non lavora tanto sulla contrattura, quanto va a individuare nel sistema ciò che la sostiene e riesce poi a creare le condizioni per togliere poi il sintomo».

Uno specialista riconosciuto

Spesso l’osteopata è conosciuto come “lo specialista del mal di schiena”, ma è ben oltre questo ambito, seppure importante. È uno specialista le cui terapie sono ormai sempre più raccomandate anche dai medici generici per la risoluzione o la cura di vari problemi.
Ma come va considerata l’osteopatia? Alla stregua di altre terapie alternative? «La normativa vigente in Italia classifica l’osteopatia come una disciplina sanitaria – risponde lo specialista – è più corretto dire che essa vada vista come un progetto d’integrazione con altre medicine e cure». L’osteopata può approcciare una persona portatrice di una patologia dopo che questa ha ricevuto una diagnosi stilata dal medico o a seguito di una visita specialistica che evidenzi la necessità di un intervento specifico. «Allo stesso tempo non vi sono impedimenti per intervenire su un tipo di patologia proprio per l’approccio filosofico da cui si parte: ovvero, l’osteopata va a implementare la base di salute che la persona malata comunque ha, creando le condizioni perché la patologia possa essere curata, magari insieme alle terapie mediche prescritte», conclude l’esperto.