Le coliche del neonato sono una vera e propria messa alla prova per mamma e papà.

Tuttavia è possibile fare alcune cose efficaci, così da ottenere concretamente un supporto per  il neonato ma anche per i genitori che sapranno meglio come comportarsi e si sentiranno gratificati dall’essere riusciti ad aiutare il proprio bambino.

Lavoro come Osteopata a Milano e e Pavia e vi racconterò la mia esperienza su questo tema e come, anche grazie al confronto con alcuni pediatri, tante ostetriche e tantissime mamme ho capito perchè alcune cose funzionano e aiutano a far passare le coliche del neonato.

Cosa sono le coliche del bambino neonato

La colica del neonato, a volte detta colica gassosa del neonato è altamente frequente, circa un bambino su 3 ne soffre.

Il suo esordio è possibile già dai primi giorni di vita fino alla sua estinzione naturale che accade tra  4 e 6 mesi, ha un picco di frequenza e intensità tra le 6 e le 12 settimane.

La colica del neonato si caratterizza da periodi di pianto anche prolungato fino a diverse ore, apparentemente senza motivo in un bambino altrimenti sano.

L’esordio di questo pianto può essere in ogni momento della giornata o della notte, tuttavia sembra essere più frequente e più intenso nel pomeriggio sera. Alcuni lattanti piangono addirittura quasi incessantemente.

Il pianto eccessivo a sua volta può essere causa di aerofagia,  flatulenza e distensione addominale.

Nonostante queste situazioni un primo step per capire che si tratta di questo problema lo si deduce dal fatto che anche con questo evidente disagio, il neonato cresce e prende peso normalmente.

Va anche detto che un neonato con suzione vigorosa definibile talvolta come fame eccessiva non è sempre correlato alla causa delle coliche sebbene la voracità può rendere più difficile al neonato fare correttamente il ruttino.

Allo stesso modo queste caratteristiche di come il neonato mangia, come si attacca al seno, con più o meno agio sono un tema meritevole di attenzione visto che la meccanica di suzione è un fattore molto importante e una sua modalità sia vigorosa che debole dove il bambino sembra si stufi o si stanchi è da approfondire.

In merito alla suzione e a come il neonato si attacca al seno è pertinente un consulto osteopatico.

E’ importante sapere che posizioni intrauterine o il trauma del parto possono avere messo in difficoltà proprio la base cranica e la zona cervicale del neonato che durante la suzione corretta deve essere mobile e permettere il corretto utilizzo e movimento.

Come riconoscere le coliche del bambino neonato

Questo aspetto è importantissimo, se un genitore convive con il dubbio che il proprio bimbo che piange stia male è davvero molto difficile che riesca a calmarlo in modo efficace.

Vediamo cosa fare, per questo aspetto quando non si è sufficientemente sereni che si tratta di pianto da coliche, in particolar modo se il pianto è particolarmente rilevante serve fare una buona anamnesi.

La premessa è che una famiglia attenta, una mamma presente noterà meglio di chiunque altro come sta il proprio bambino, quindi se la mamma nota qualcosa questa cosa, per la mia esperienza è sempre vera.

E’ altrettanto vero che la mamma non è un medico e non può condurre lei l’anamnesi del proprio bambino. Questa cosa vi assicuro che è quasi impossibile anche per le mamme medico quando il soggetto in esame è il proprio bambino per ovvi motivi.

Dunque, senza allarmismi ma con tranquillità almeno un consulto con il pediatra per capire di cosa si tratta e determinare con chiarezza che si tratta di coliche ritengo sia importante farlo.

Consiglio spassionato cercate sempre un’alleanza con il medico pediatra, vi assicuro che hanno tutti il vostro stesso obiettivo, la salute di vostro figlio.

La comunicazione che mettiamo in campo farà la differenza e se non si genera fiducia reciproca meglio cambiare altrimenti avrete sempre dei dubbi ingiustificati.

E’ importante dunque la visita dal proprio pediatra,  per escludere le altre cause di pianto che possono insorgere per motivi più specifici e medici,  pur sapendo che le cause del pianto nel bambino sono per il 95% cause funzionali e solo il 5% sono cause organiche.

Per questo sarà il pediatra che deve visitare il bambino ad escludere eventuali altre cause del pianto come ad esempio:

  • Infezione dell’orecchio
  • Infezioni batteriche o virali
  • Malattia da rafreddamento
  • Brocnhiti o bronchioliti
  • Infezione del tratto urinario
  • Meningite
  • Appendicite
  • Allergia alimentare
  • Reflusso acido
  • Stipsi
  • Occlusione intestinale
  • Aumento della pressione intracranica
  • Sindrome del laccio da peli
  • Abrasione corneale
  • Glaucoma

Ma perchè alcuni medici e non solo medici, dicono che le coliche del neonato non esistono?

Entriamo nel vivo del problema e facciamolo in modo chiaro, questa affermazione forte nasce dal fatto che la medicina cerca di avere un’approccio rigoroso e scientifico, dunque quando un medico deve determinare una diagnosi si devono identificare segni e sintomi chiari e riscontrabili con buona approssimazione.

Tutte le volte che si presentano i sintomi e soprattutto questi dovrebbero essere riconducibili ad una causa precisa o fortemente presunta.

Questa cosa con le coliche del neonato è complessa spesso di soggettiva interpretazione e di fatto la precisa o presunta causa non si trova.

Così viene categorizzata piuttosto come sindrome ovvero una sommatoria di sintomi che ricorrono ma che non hanno una chiara causa (eziopatogenesi).

Da questa situazione si innescano le numerose teorie o semplicemente le inclinazioni di ognuno di noi.

Generiamo convinzioni in funzione della specifica cultura e competenza che abbiamo, è spesso inevitabile e nemmeno ci accorgiamo di farlo.

genitore? Psicologo? Ingegnere? Medico? Ostetrica? Osteopata? o qualsiasi altra professione noi incarniamo, mettiamo in campo sulla base dei nostri bias cognitivi idee e pensieri che magari abbiamo appreso dei nostri genitori da le letture o racconti di altri genitori, insomma qui ognuno comincia a dire la sua.

La medicina non ha ancora trovato la causa precisa delle coliche dei neonato e così non è per niente raro che qualcuno semplifichi e salti alla conclusione che le coliche non esistono.

Proviamo a fare ordine e dare valore anche alle esperienze e ancor più al modo con cui noi esseri umani comunichiamo e manifestiamo il nostro modo di essere.

Le nostre emozioni e i nostri dolori non possono essere derubricati a semplici sintomi e pretendere ancor più che tutti li viviamo e percepiamo allo stesso modo.

In questo senso negli ultimi anni per fortuna abbiamo il supporto delle neuroscienze che ci stanno aiutando a capire molto,  ad esempio che il corpo è a tutti gli effetti il nostro prevalente effettore di emozioni, queste si manifestano con sensazioni corporee e solo una mente sviluppata e matura è in grado di decidere se e come esternarle, vogliamo iniziare almeno ad immaginare come un neonato possa interpretare questa cosa?

Possiamo iniziare col dire che nel neonato questa cosa è a tutti gli effetti in fase iniziale è totalmente fuori dal controllo della sua mente.

Il suo corpo manifesta ciò che i suoi sensi iniziano a sperimentare, da questa base è necessario partire per comprendere come i comportamenti del neonato, incluse le sue coliche, siano una fase tanto reale quanto necessaria e fortemente in fase di sviluppo.

Allo stesso modo per lo stesso presupposto tra poco capiremo perché per calmare e risolvere le coliche il più delle volte è il comportamento di chi accudisce il bambino a fare la differenza.

Accadrà tanto più ci permettiamo di capire il valore che il “cucciolo” d’ uomo come mi piace chiamare i neonati si relaziona con noi e con il mondo esterno grazie ai suoi sensi che si stanno sviluppando.

La sensorialità per lo sviluppo del bambino è sostanzialmente tutto!

Solo che questo tutto è un delicato equilibrio tra il consolidamento di tutti gli organi e apparati di senso e la graduale sua sperimentazione giorno dopo giorno.

Compreso come il corpo gestisce la percezione di quello che possiamo chiamare ambiente interno che da grandi diventerà il concetto di propriocezione, per capirci, aspetti infiammatori, la banale aria nella pancia, un dentino o un rigurgito sono tutte esperienze enterocettive.

Segnali e informazioni da gestire con i nostri sensi.

Cosa fare per le coliche del bambino neonato

  • Tenerlo in una fascia, petto contro petto, e fare una passeggiata

Questa è un ottima scelta, il contatto è uno dei rimedi più efficaci, lavora sulla sensorialità tattile, associato al movimento ondulatorio del cammino che stimola anche la sensorialità vestibolare dell’equilibrio. Perchè a volte non funziona? Non è facile capire se il tatto e il contatto in quel momento genera reale confort al bambino, verificare la sua posizione, e valutare ad esempio aggiungendo il contatto pelle pelle se migliora o peggiora la cosa, provate anche modificate il ritmo del vostro passo.

  • Cantargli una canzone che già conosce

Cantare, parlare, suonare una musica sono modi per interagire con il canale sensoriale uditivo, non è detto che il bambino desideri un suono di un tipo o di un’ altro, o piuttosto silenzio. In genere la voce della mamma ha una via preferenziale ma è il suo tono e il suo ritmo che fanno la differenza, così come il volume e la direzione da dove arriva il suono.

  • Proporre il ciuccio

Lo stimolo della suzione lavora sulla multisensorialità, tatto e gusto coinvolgendo anche il corpo in termini attivi con i muscoli che vengono coinvolti, funziona, stimola salivazione, distrae e rilassa perché è un gesto molto naturale per il bambino che di fatto si trova a fare qualcosa di attivo.  Può non funzionare perché stimola la fame e se succhiando non trova il latte semplicemente anche se ha mangiato da molto poco tende a volerlo rifare anche se non ne ha bisogno.

  • Massaggiarlo dolcemente (Massaggio per le coliche del neonato)

Altro modo per esercitare la sensorialità tattile, verificare bene di esercitare il massaggio correttamente con movimenti circolari lenti e in senso orario. Tuttavia la temperatura delle vostre mani, la velocità e la pressione modulano la percezione del bambino dunque va ricercato il giusto ritmo realmente gradito dal bambino. Associare la voce è una buona idea, suggerisco di fare prima il massaggio da solo, poi aggiungere la vostra voce, meglio non fare troppo e troppo insieme, arrivarci con progressione. Esempio 2 minuti di solo massaggio, 2 minuti aggiungo la voce e ripeto.

  • Giretto in auto

Di fatto questa cosa funziona spesso, il rumore bianco e le microvibrazioni dell’ auto lavorano su di un senso molto potente, ne riparliamo dopo proprio in base a come da osteopata tratto i bambini per le coliche. Si tratta di uno stimolo interocettivo,

l’auto probabilmente stimola il corpo in modo da aiutare il bambino ad iniziare a “sentire” tutto il suo corpo in un modo dove non c’è  interferenza da contatto diretto con l’esperienza della preoccupazione fisica del genitore che lo tiene in braccio, aspetto da non sottovalutare. ( Vi siete mai chiesti perché a volte il bambino si calma più con il papà e a volte più con la mamma?

  • Rumore bianco

Qui se ne sentono di tutti i colori, da peppa pig che accende l’ aspirapolvere in piena notte alla bischera teoria del fon… Il rumore bianco indubbiamente a volte funziona, non è però sempre un bene, meglio favorire l’integrazione dei sensi nel bambino proponendo suoli e stimoli diversi purché in modo adeguato, il rumore bianco a volte funziona perchè copre tutto il resto. Come ogni cosa andrebbe usato il buon senso, ci si può provare ma senza andare alla ricerca dell’effetto magico che non esiste.

  • Abbracciarlo e cullarlo al ritmo di una ninna nanna

Simile al tenerlo in fascia o e passeggiare, mette insieme tatto, udito e vestibolo… più stimoli insieme a volte funzionano, la giusta dose tra i tre è un’arte, se riuscite siate curiosi di vedere cosa succede facendo graduali variazioni piùttosto di cercre di capire il perchè piange.

  • Parlargli con un tono di voce affettuoso

La voce è una frequenza dunque produce un’onda che stimola sia l’udito ma anche il corpo, la voce produce un ‘onda sonora, ritmo tono e intenzione fanno la differenza.

  • swaddling

Fasciare e contenere il bambino, qui di fatto viene utilizzato il concetto più che come stimolo come una sua parziale inibizione, con un’eccesso di agitazione può essere un’ ottima strategia, nei bimbi prematuri in particolare lo è perché sono più bisognosi di ricevere stimolazioni graduali e contenerli li aiuta davvero.

  • Osteopatia

E’ ovvio che qui sono di parte, in conflitto di interesse, tutto vero e per lo stesso motivo questa parte potete tranquillamente leggerla come informazione e decidere serenamente se ritenerla utile. Metto semplicemente a disposizione la mia esperienza.

Il trattamento osteopatico delle coliche del neonato può anche essere un rischio per l’osteopata che vuole avere una reputazione di grande efficacia, per lo stesso motivo di cui abbiamo parlato fin qui non esiste la certezza che il trattamento osteopatico sia risolutivo.

Anzi il più delle volte non lo è, allora perché prenderlo in considerazione?

La base di efficacia di un buon osteopata è la sua abilità palpatoria e percettiva, diciamo che ha il grande vantaggio di avere mani molto competenti ad ascoltare il pancino del bambino ma non solo.

Spero fin qui di essere riuscito a sottolineare l’ importanza della sensorialità nello sviluppo di ogni neonato e dell’utilizzo consapevole degli stimoli a cui è esposto e a quelli che volontariamente gli proponiamo.

L’osteopata, sempre e in qualunque caso, nel bambino neonato in particolar modo quando si approccia alla valutazione e poi al trattamento si pone 2 domande cliniche.

La prima, quello che sto valutando e sentendo è armonico? Coerente con le caratteristiche del soggetto? Nel caso del bambino neonato la domanda è ogni singola area è ben integrata? La colonna vertebrale ha in ogni segmento una via di comunicazione nervosa con organi ,tessuti, muscoli e articolazioni dunque la parte diagnostica dell’ osteopata ad esempio e controllare con 2 dita appoggiate delicatamente sotto la colonna del bambino se un tratto o un segmento rifletta tensione più o meno e metterla in relazione con la regione toracica o addominale in ogni suo quadrante.

In questo modo si ottiene un orientamento e una risposta alla prima domanda.

La seconda, altrettanto fondamentale è conseguente alla prima, ho trovato una o più aree tese? Se si ho la possibilità di favorire la loro integrazione e dare un contributo alla salute di quel bambino.

Qui ora serve molta onestà intellettuale, quello che ho trovato e trattato era la causa della colica? La risposta più onesta che posso darvi è non lo so, quello che so è che di certo quel “bimbo” che chiamerò “sistema” stava faticando per adattarsi. Questa cosa non ha nulla a che vedere con la patologia e è altrettanto vero che spesso il nostro “sistema” trova ottimi adattamenti anche senza le cure dell’ osteopata.

E allora a cosa serve il mio lavoro da osteopata? Gli ho creato una scorciatoia, un piccolo aiuto  ma concreto e osservabile.

Se dicessimo il contrario saremmo disonesti, come per la stessa sincerità quello che posso dirvi che quando alle mie mani si manifestano alcune aree in disfunzione e riesco a farle integrare il bambino in pochi giorni a volte poche ora palesa una riduzione della sua irrequietezza.

Come lavora l ‘osteopata? lavora attraverso la palpazione, il tatto, ma  un tatto qualificato, abbiamo un piccolo vantaggio ovvero riusciamo a “sentire” se e come il bambino si sta adattando nel suo insieme e anche in precise aree del suo corpicino.

A volte quello che emerge è in effetti la regione intestinale che sta faticando, ma tante altre volte no, dunque dalla mia esperienza mi sento di condividere che la colica del bambino non dovrebbe essere chiamata colica perché non sempre, anzi spesso probabilmente non dipende dal suo pancino ma da una qualche altra piccola fatica, che se pur fisiologica lo disturba.

Questa cosa agli occhi di molti può apparire difficile da capire, ma se vi dicessi che un somelier sente in un vino molte più sfumature della media delle persone vi sorprendereste? Non è così strano che chi allena molto uno o più sensi ne possa tratte vantaggio.

Per lo stesso motivo, anche se non è matematica, il bimbo piccolo, non è affatto raro che si addormenti sul lettino dell’ osteopata dopo pochi minuti che l’osteopata gli ha poggiato le mani lasciando mamma e papà sorpresi e increduli.

Tante mamme, anche se in modo casuale possono sperimentare un’ esperienza simile, sapete quando? Proprio quando per qualsiasi motivo si abbandonano alla situazione, o per stanchezza si addormentano o per distrazione per qualche minuto si trovano a pensare ad altro il bambino improvvisamente smette di piangere e ve lo trovate tra le braccia addormentato.

Le coliche mettono davvero a dura prova mamma e papà e nulla va trascurato ma se potete recuperate il valore del sentire, più che del pensare, dell’affidarsi più che del preoccuparsi, dell’arrendersi più che del combattere potreste incontrare piacevoli sorprese.

La natura è straordinaria e vederla in azione mentre sta semplicemente imparando da sola ad adattarsi è allo stesso tempo affascinante e struggente.

Viva i bambini e grazie a loro che diveniamo professionisti, e persone migliori.

Alla nascita d’un bimbo
il mondo non è mai pronto.
(Wislawa Szymborska)